BARTHOLD GEORG NIEBUHR
Barthold Georg Niebuhr (Copenaghen, 27 agosto 1776 – Bonn, 2 gennaio 1831) è stato uno storico e politico tedesco. Figlio di Carsten Niebuhr, nacque nella capitale danese Copenaghen. Dalla più giovane età Niebuhr manifestò una precocità straordinaria e dal 1794 al 1796, essendo già uno studioso di studi classici e conoscendo parecchie lingue moderne, studiò all'Università di Kiel. Dopo avere terminato l'università divenne segretario privato del conte Schimmelmann, ministro delle finanze danese. Ma nel 1798 lasciò questo impiego e viaggiò in Gran Bretagna, passò un anno ad Edimburgo a studiare agricoltura e scienza. Nel 1799 tornò in Danimarca entrò al servizio dello stato; nel 1800 si sposò e prese dimora a Copenhaghen. Nel 1804 divenne direttore capo della Banca nazionale, ma nel settembre del 1806 rinunciò per un incarico simile in Prussia. Arrivò in Prussia alla vigilia della catastrofe di Jena. Seguì il governo in fuga a Königsberg, dove rese un servizio considerevole nel commissariato e fu in seguito ancora più utile come commissario del debito pubblico e con la sua opposizione a schemi di tassazione che considerava folli. Fu anche per un breve periodo ministro prussiano nei Paesi Bassi, dove tentò senza successo di contrarre un prestito. L'estrema sensibilità del suo temperamento, tuttavia, lo allontanò dalla politica; era infatti impraticabile nei suoi rapporti con Hardenberg e con gli altri ministri e nel 1810 si ritirò per un certo tempo dalla vita pubblica, accettando l'incarico più congeniale di storiografo reale e professore all'Università Humboldt di Berlino.
Iniziò le sue lezioni con un corso sulla storia di Roma, che formò la base del suo lavoro più grande Römische Geschichte (Storia Romana). I primi due volumi, basati sulle sue lezioni, furono pubblicati nel 1812, ma ricevettero poca attenzione poiché tutti gli interessi erano attratti dagli eventi politici. Nel 1813 anche l'attenzione di Niebuhr fu spostata dalla storia verso la rivolta del popolo tedesco contro Napoleone; Niebuhr entrò nella Landwehr e cercò senza successo di ottenere un'ammissione nell'esercito regolare. Per un po' di tempo fece l'editore di un giornale patriottico, il Prussian Correspondent, in seguito raggiunse il quartier generale dei sovrani alleati, fu presente alla battaglie di Bautzen ed in seguito fu impiegato in alcuni negoziati minori. Nel 1815 perse sia il padre che la moglie. In seguito (1816) accettò il posto di ambasciatore presso lo Stato Pontificio e nel viaggio verso Roma scoprì, nella biblioteca della cattedrale di Verona, le Istituzioni di Gaio che erano andate perse da molto tempo. Le istituzioni furono poi pubblicate da Savigny, cui aveva comunicato la scoperta nell'impressione di aver trovato dei testi di Ulpiano. Durante la sua residenza a Roma Niebuhr scoprì e pubblicò frammenti di Cicerone e di Livio, aiutò il Cardinale Mai nella sua edizione del De re publica di Cicerone e fu compartecipe nella preparazione del progetto di un grande lavoro, Beschreibung Roms (La descrizione di Roma), basato su una topografia di Roma antica di Christian Charles Josias Bunsen e Ernst Platner (1773-1855), progetto cui contribuì con parecchi capitoli. Durante un viaggio a casa dall'Italia decifrò anche, in un palinsesto conservato all'abbazia di San Gallo, frammenti di Merobaude, un poeta romano del V secolo. Nel 1823 si dimise dall'ambasciata e si stabilì all'università di Bonn, dove passò il resto della sua vita, con l'eccezione di alcune visite a Berlino come consigliere di stato. A Bonn riscrisse e ripubblicò (1827-1828) i primi due volumi della sua Storia romana e compose un terzo volume, portando l'esposizione fino alla conclusione della Prima guerra punica, che, con l'aiuto di un frammento scritto nel 1831, fu pubblicato dopo la sua morte (1832) da Johannes Classen. Inoltre collaborò all'edizione di August Bekker della storia dell'impero bizantino e pubblicò molte dispense sulla storia antica, etnografia, geografia e sulla Rivoluzione francese. Nel febbraio 1830 la sua casa andò distrutta da un incendio, ma la maggioranza dei suoi libri e manoscritti fu salvata. La rivoluzione di luglio dello stesso anno fu un colpo terribile per lui e lo riempì di foschi presagi sul futuro dell'Europa. La Storia romana di Niebuhr è nell'elenco delle storiografie che fanno epoca sia perché segnano un'era nello studio di soggetti speciali ma anche per l'influenza sulla concezione generale di storia. "Il risultato principale" dice Leonhard Schmitz, "raggiunto dalle ricerche di Niebuhr, come le sue opinioni sulla popolazione antica di Roma, l'origine della plebe, i rapporti fra patrizi ed plebei, la natura reale dell'ager publicus e di molti altri punti interessanti, sono stati accettati da tutti i suoi successori." Altre presunte scoperte, come la costruzione dell'iniziale storia romana sulla base dei primi poemi tradizionali, non sono state ugualmente fortunate; ma anche se ogni conclusione di Niebuhr fosse stata confutata, la sua pretesa di essere considerato il primo ad essersi occupato della storia antica di Roma in uno spirito scientifico rimarrebbe indiscutibile ed i nuovi principi introdotti da lui nella ricerca storica non perderebbero niente della loro importanza. Ha suggerito, sebbene non la elaborasse, la teoria del mito, uno strumento così potente nella moderna critica storica. Introdotto l'inferenza e la deduzione per supplire alle carenze di tradizioni screditate ed ha mostrato la possibilità di scrittura della storia in assenza di fonti originali. Con la sua teoria sulle dispute fra patrizi ed i plebei che originavano da originali differenze etniche ha attirato l'attenzione sull'importanza immensa delle distinzioni etniche ed ha contribuito alla rinascita di queste divergenze come fattori nella storiografia moderna. Più di tutti, forse, poiché la sua concezione della storia romana antica ha reso le leggi ed le norme più comprensibili, ha influenzato involontariamente la storia popolarizzando quelle concezioni che ne sottolineano le istituzioni, le tendenze e le caratteristiche sociali.