1891-97: studia presso il collegio dei Gesuiti di Mitraflores; durante questo periodo perde lentamente la sua fede cattolica, anche sotto l'influenza di Renan;
1905-6: dopo essersi laureato in filosofia, si reca in Germania per completare i suoi studi filosofici; si iscrive all'Università di Lipsia e, successivamente, a quella di Berlino e, l'anno seguente, segue a Marburgo i corsi universitari dei filosofi neo-kantiani H. Cohen e P. Natorp; sotto la loro guida si avvicina al socialismo di ispirazione kantiana e fabiana di E. Bernstein; nello stesso periodo stabilisce rapporti di amicizia con N. Hartmann e H. Heimsoeth;
1907-8: ritorna a Madrid; partecipa alla fondazione della rivista "Faro", sulle cui pagine scriverà articoli di fuoco contro il Governo presieduto dal conservatore La Cierva; l'anno successivo è nominato professore di psicologia, logica e etica nella Scuola sup. di Magistero di Madrid; poi si reca di nuovo in Germania, dopo essere stato anche in Italia;
1914-16: dopo la pubblicazione delle Meditaciones del Quijote ('14), fonda con Azorín e E. D'Ors la rivista "España" e l'anno successivo inizia personalmente la pubblicazione di "El Espectador" ('16), di cui usciranno otto volumi;
1920-29: dopo la pubblicazione di España invertebrada, ('20), fonda la "Revista de Occidente", che diventa la più prestigiosa di filosofia e scienze sociali; Ortega si reca per la seconda volta in Argentina ('29) dove ha numerosi "aficionados" fra i giovani intellettuali. Il dittatore Primo de Rivera ordina il 7 marzo del '29, l'arresto di numerosi studenti che avevano protestato per le ingerenze politiche nella vita universitaria: Ortega risponde al sopruso rinunciando alla cattedra e continuando il suo corso di lezioni "Qué es filosofia?" nel teatro Barceló di Madrid, con uno straordinario successo di pubblico;
1930-34: pubblica l'articolo "El error Berenguer" che contribuisce efficacemente alla liquidazione della Monarchia e alla istaurazione della seconda Repubblica; esce La rebelíon de las masas ('30) che consacra Ortega autore di fama internazionale; continua la sua battaglia a favore della Repubblica; auspica la formazione di un partito nazionale ispirato a un socialismo liberale: amareggiato per lo scarso esito del suo appello, Ortega si ritira dalla vita pubblica attiva per concentrarsi nei suoi studi;
1936-42: le forze reazionarie cercano di rovesciare la Repubblica: è la guerra civile; i comunisti costringono un gruppo di intellettuali, tra i quali anche Ortega, a firmare un manifesto a favore della Repubblica: Ortega lascia disgustato la Spagna in volontario esilio ('36); soggiorna con Azorín e altri esuli a Parigi, in Olanda, in Argentina ('39); ritorna in Europa, nel '42, e si stabilisce a Lisbona;
1946-55: il Governo franchista gli concede di rientrare a Madrid, dove vivrà isolato, censurato, avversato sia dal Governo che dalla Chiesa (aspra e violenta la critica dei Gesuiti); nel '51 riceve la laurea "honoris causa" dall'Università di Glasgow; si incontra a Darmstadt con M. Heidegger con il quale stabilisce un rapporto di cordiale amicizia; muore a Madrid il 17 ottobre del '55: il governo franchista diffonde la notizia falsa secondo la quale Ortega al momento della morte avrebbe chiesto e ottenuto i sacramenti; la notizia fu subito smentita da una lettera dei figli di Ortega.