RABANO MAURO
Rabano
Mauro Magnenzio (in latino Rabanus Maurus Magnentius) (Magonza 780/784 -
Magonza 4 febbraio 856), erudito carolingio, abate di Fulda, vescovo di
Magonza, nacque a Magonza (da cui l'appellativo Magnentius) in un anno
imprecisato – probabilmente tra il 780 e il 784 – da Waluran e Waltrat, membri
dell'aristocrazia franca. Hrabanus, Rhabanus, Reabanus sono varianti del nome
Rabanus. Quando era ancora bambino, nel 790/791 entrò come oblato nell'abbazia
benedettina di Fulda dove condusse i primi studi e nell'801 fu ordinato
diacono. Poco dopo venne inviato a completare i suoi studi a Tours, uno dei
maggiori centri della rinascita culturale carolingia, sotto la guida di Alcuino
di York. Fu proprio Alcuino a conferirgli il soprannome "Mauro", in
ricordo del discepolo prediletto di san Benedetto. Dopo due anni fece ritorno a
Fulda per dirigere la scuola annessa all'abbazia. Nell'814 fu ordinato prete.
Dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme, nell'817 tornò all'abbazia di Fulda della
quale nell'822 venne nominato abate. Nel ventennio del suo abbaziato, Rabano
scrisse la maggior parte delle sue opere, proseguì la ricostruzione degli
edifici monastici iniziata dal suo predecessore, potenziò lo scriptorium
dell'abbazia, la cui biblioteca divenne una delle più ricche d'Europa. Nell'842
si dimise dalla carica di abate e si ritirò a Petersberg, presso Fulda, dove
continuò la sua attività erudita. Nell'847 fu eletto vescovo di Magonza, carica
che detenne fino alla morte, avvenuta il 4 febbraio 856, distinguendosi per la
sollecitudine nei confronti dei suoi diocesani, in particolare durante la grave
carestia dell'850, ma anche per le rigide prese di posizione nelle controversie
teologiche ed ecclesiastiche sottoposte al suo giudizio.
La
fama di Rabano Mauro è legata alla sua vastissima produzione letteraria come
teologo, commentatore delle Scritture, poeta, enciclopedista. Le sue opere per
lo più sono compilazioni tradizionali (Curtius lo definì, forse con eccessiva
severità, "monotono compilatore") che attingono abbondantemente alla
letteratura patristica – da Agostino a Beda e Isidoro di Siviglia – o agli
autori classici.
Tra
le sue opere maggiori ricordiamo: Commentaria in libros veteris et novi
testamenti; De institutione clericorum; De computo; De
oblatione puerorum; De praescientia et praedestinatione, De
gratia et libero arbitrio; De disciplina ecclesiastica; Paenitentialia.
De universo (o De rerum naturis; Liber de originibus rerum)
libri XXII; Martyrologium; De anima; Carmina; Epistulae.
Più
che un pensatore originale, egli fu un organizzatore, sistematizzatore e
promotore di cultura, ma forse proprio per questo le sue opere esercitarono una
profonda influenza nei secoli centrali del Medioevo, come dimostra l'abbondanza
e la diffusione geografica dei manoscritti che le hanno tramandate. Tra i suoi
allievi diretti ci furono alcune figure ben note della cultura carolingia, come
Lupo di Ferrières, Walafrido Strabone, Otfrido di Weißenburg, Godescalco. La
sua attività di educatore gli valse l'attributo di praeceptor Germaniae.
Durante
il suo vescovato, Rabano presiedette nell'autunno dell'848 il sinodo di Magonza
chiamato a giudicare delle tesi eterodosse del monaco Godescalco sulla
predestinazione divina, fortemente influenzate dal tardo pensiero agostiniano.
Il processo si concluse con la condanna di Godescalco alla fustigazione e alla
reclusione perpetua.
Politicamente,
Rabano fiancheggiò l'imperatore Ludovico I nelle controversie con i figli per
la successione nell'impero carolingio che segnarono gli ultimi anni del suo
regno. In seguito, egli si schierò con il partito favorevole a Lotario I,
figlio maggiore e successore di Ludovico I nell'impero, e contro i suoi
fratelli Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico. Con quest’ultimo
successivamente si riconciliò, come attesta la sua elezione a vescovo di
Magonza nell'847, quando ormai Ludovico era stato incoronato re di Germania.
IMDIETRO