HANS REICHENBACH
Illustre esponente del neo-positivismo, Hans Reichenbach nacque ad Amburgo nel 1891 e, dal 1926 fino al 1933, fu docente di filosofia presso l’università di Berlino: con l’avvento del nazismo egli emigrò in un primo tempo a Istanbul, dove insegnò fino al 1938, e poi negli Stati Uniti d’America, dove fino alla morte (sopraggiunta nel 1953) rimase professore presso l’università di Los Angeles. Secondo Reichenbach alla filosofia spetta collegare le
BRANI ANTOLOGICI
Sull’induzione
Per Reichenbach "l’induzione è lo strumento di un metodo scientifico che voglia scoprire qualcosa di nuovo"; esso è "lo strumento della previsione". La logica ha il compito di giustificare la scoperta, la quale in sé esula dai suoi compiti:
"La logica simbolica di cui si è parlato nel capitolo precedente è una logica deduttiva; essa tratta soltanto di quelle operazioni di pensiero che sono caratterizzate da necessità logica. Ma la scienza empirica, oltre a fare largo uso di operazioni deduttive, richiede anche una seconda forma di logica, che, avendo a che fare con operazioni induttive, viene detta, appunto logica induttiva. Ciò che distingue l'inferenza induttiva da quella deduttiva è il fatto che la prima non è vuota, bensí contraddistinta da conclusioni non contenute nelle premesse. La conclusione che tutti i corvi sono neri non è contenuta logicamente nella premessa che tutti i corvi osservati finora risultano essere neri; tale conclusione potrebbe essere falsa nonostante la verità della premessa. L'induzione è lo strumento di un metodo scientifico che vuole scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa di piú che la sintesi delle osservazioni già fatte; l'inferenza induttiva è lo strumento della previsione. Fu Bacone, a vedere con chiarezza l'indispensabilità delle inferenze induttive per il metodo scientifico, e il suo posto nella storia della filosofia è quello di un profeta dell'induzione [...]. Ma Bacone vide anche i limiti di questo genere d'inferenza, la sua mancanza di necessità, la possibilità insita in essa di arrivare a conclusioni false. I suoi sforzi per migliorare l'induzione non ebbero molto successo; le inferenze induttive formulate nell'ambito del metodo ipotetico-deduttivo della scienza [...] sono di gran lunga superiori alla semplice induzione baconiana. Tuttavia, neppure tale metodo è in grado di assicurare la necessità logica; le sue conclusioni possono risultare false, né la conoscenza induttiva riuscirà mai a raggiungere l'attendibilità della deduzione [...]. L'interpretazione mistica del metodo ipotetico-deduttivo come irrazionale ricerca congetturale trae origine dalla confusione fra contesto della scoperta e contesto della giustificazione. L'atto della scoperta sfugge all'analisi logica; non vi sono regole logiche in termini delle quali si possa costruire una "macchina scopritrice" che assolva la funzione creativa del genio. D'altra parte, non tocca al logico chiarire la genesi delle scoperte scientifiche; tutto quello che egli può fare è analizzare la connessione tra i dati di fatto e le teorie avanzate per spiegare i medesimi. In altre parole, la logica si occupa soltanto del contesto della giustificazione. E la giustificazione di una teoria in termini di dati di osservazione è l'oggetto della dottrina dell’induzione".
[H. Reichenbach, The rise of scientific philosophy, trad. it. La nascita della filosofia scientifica]