ARNOLD RUGE



A cura di Erica Onnis e di Diego Fusaro



 

LA VITA

A. RUGEArnold Ruge (1802-1880) appartiene a quel circolo di pensatori politici che è passato alla storia come “Sinistra hegeliana” (secondo la definizione di David Strauss) e che fece derivare conseguenze politiche rivoluzionarie dal pensiero del filosofo di Stoccarda. Il motto hegeliano “ciò che è reale è razionale; ciò che è razionale è reale” venne da loro inteso come un invito rivoluzionario a razionalizzare il reale. Ruge era un attivo partecipante del circolo, fin dagli anni in cui esso si concentrò sulla dialettica degli insegnamenti hegeliani e non solo propose l'abolizione politica del vecchio regime feudale, ma formulò anche teorie che si rivelarono fondamentali per lo sviluppo del socialismo e della democrazia. Negli anni ‘30, dopo aver scontato una condanna in carcere per aver aderito ad un’organizzazione giovanile, prese parte al movimento democratico la cui influenza si estendeva da Halle a Berlino, Dresda, Parigi e Lipsia. Ruge era anche fra coloro che svilupparono il progetto per una gioventù hegeliana e si interessò a fondo alla rilevanza pragmatica della teoria. Egli inoltre non perse mai di vista il rapporto del movimento politico con il fine di cambiare la situazione presente.
L'aspirazione politica di Ruge era quella di una repubblica borghese-democratica, idea che causò il definitivo allontanamento del filosofo dalle posizioni rivoluzionarie e totalmente antiborghesi di Karl Marx, con cui aveva pubblicato i Deutsch-franzosische Jahrbucher. Nella tarda estate del 1846, Ruge lasciò Parigi e, passando per la Svizzera, si recò a Lipsia, dove possedeva una libreria. Accogliendo con favore la rivoluzione parigina del 1848, appoggiò il diffondersi della rivoluzione in Germania. Nel periodo iniziale, prima della fondazione dei partiti politici, potè unicamente frequentare il circolo politico-letterario che si era formato attorno al Grenzboten. Ruge aderiva con convinzione alle idee democratiche, come è attestato dalla sua piena adesione alla rivoluzione del 48. Su di lui incise soprattutto l'insegnamento dei riformatori sociali francesi e dei socialisti utopisti come Proudhon e Blanc. Ruge incluse queste teorie nella sua opera L'istituzione della democrazia in Germania o lo stato popolare e la libertà socialdemocratica, in cui sottolineò gli interessi della classe operaia.
Dopo alcune incomprensioni che gli procurarono forti delusioni a Francoforte, spostò le sue speranze politiche a Berlino, dove sperava si sviluppasse il centro del movimento rivoluzionario. Propose di fondare una rivista radicale democratica e progettava di trasferirsi a Berlino. Il suo giornale fu pubblicato con il nome Die Reform nella casa editrice di Lipsia, con cui Ruge aveva già pubblicato le altre sue opere. Come membro dell'associazione democratica, egli sviluppò radicali concetti di democrazia e partecipò all'edizione in Germania del manifesto elettorale del partito radicale democratico del 16 Aprile 1848. Die Reform risultò in breve la rivista più radicale del partito dell'opposizione borghese-democratico. Ruge fu anche l'autore del primo manifesto programmatico della fazione Donnersberg e il suo impegno politico verso il movimento democratico ebbe una fondamentale importanza durante la rivoluzione. Nel Die Reform Ruge propugnò la costituzione di una repubblica tedesca, il disarmo generale e una lega europea dei popoli. Le sue frequenti assenze dal parlamento di Francoforte, dovute ai suoi numerosi viaggi, lo portarono, nel 1848, a perdere il mandato. Come membro della commissione che si occupava della questione austro-slava, supportò la democrazia umanitaria, in quanto considerava questa forma di governo la soluzione definitiva della questione polacca. Ma le forze conservatrici si rafforzarono provocando non solo la chiusura della rivista di Ruge, il Die Reform, ma anche la sua espulsione dalla Prussia in seguito alla quale il filosofo si trasferì a Lipsia e assunse un nuovo ruolo supportando la rivoluzione del maggio 1849 a Dresda: la sanguinosa repressione della rivolta lo obbligò a fuggire rischiando l'arresto. L'attività di Ruge negli anni 1848-9, durante le rivoluzioni, è sostanzialmente un’attività di ricerca. La sconfitta della rivoluzione però fu per lui una gran delusione e lo costrinse per la seconda volta ad abbandonare la Germania e a trasferirsi a Brighton, sulla costa meridionale dell'Inghilterra. Fu ancora attivo nei primi anni che seguirono la rivoluzione nella "Commissione democratica europea" a Londra, dove le figure-guida dell'emigrazione politica, compresi Ledru-Rollin e Mazzini, tentarono di coordinare i lavori dell'opposizione borghese-democratica. Da questo momento in poi rimase relativamente inattivo fino alla morte, che lo colse nel 1880.

 

IL PENSIERO

Per Ruge, fedele alla linea della Sinistra hegeliana, la realtà presente non ha ancora raggiunto la razionalità che le spetta: è infatti venata da infinite contraddizioni, soprattutto sul terreno sociale/politico. L’errore (o, come direbbe Marx, la “ideologia”) della Destra hegeliana sta nell’illudersi che il reale sia in sé razionale e pertanto degno di essere conservato nella sua interezza: proprio perché irrazionale, obiettano Ruge e gli altri della Sinistra, il reale dev’essere razionalizzato, ossia modellato in base all’idea di giustizia e di razionalità che per ora sussiste solo nelle menti degli uomini. Sicché il compito più autentico della filosofia è di negare lo status quo, smascherandone i vizi, le contraddizioni e le storture: la filosofia di Ruge e della Sinistra può allora essere tratteggiata come un costante anticipare il futuro attraverso la critica del presente. “Critica” è la loro parola d’ordine, accompagnata dalla negazione dialettica (mutuata da Hegel) del presente. Rispetto all’idea razionale dello Stato, inteso in modo liberale e democratico, la realtà presente non può che essere inadeguata: e pertanto ci si deve adoperare per trasformarla, per adeguarla al modello di Stato razionale. La religione stessa, per Ruge e per gli altri della Sinistra, deve cedere il passo alla filosofia, che – secondo gli insegnamenti di Hegel stesso – le è nettamente superiore perché fa uso del concetto anziché della rappresentazione. L’attività di Ruge e di buona parte dei membri della Sinistra è scandita soprattutto da pubblicazioni su giornali e riviste, anche alla luce del fatto che ad essi furono spesso preclusi l’insegnamento accademico e la pubblicazione di libri: comincia così ad affermarsi in Germania la nuova figura del letterato che vive solo dei proventi della sua attività professionale. A tal proposito, Ruge fonda nel 1838 gli “Annali di Halle per la scienza e l’arte tedesca” (poi intitolati “Annali tedeschi”), che saranno poi soppressi dall’agguerrita censura prussiana nel 1843. Nello stesso 1843, egli emigra a Parigi e incontra Marx: con lui fonda gli “Annali franco tedeschi”, di cui tuttavia vede la luce solo il primo numero. Ruge è perfettamente in sintonia con l’idea hegeliana secondo cui “la filosofia è il proprio tempo appreso in pensieri”: fare filosofia significa capire la propria epoca. Ma Ruge dissente da Hegel nella misura in cui riconosce che lo spirito del tempo è naturalmente progressivo, sempre in corsa verso il futuro: l’errore di Hegel sta nell’aver invece cristallizzato i singoli momenti storici in essenze metafisiche. Sicché, fa notare Ruge, l’identità di reale e razionale dev’essere intesa non già come il presupposto della storia (come credevano Hegel e i membri della Destra hegeliana), bensì come il compito che deve essere in essa realizzato. Si tratta pertanto di mutare l’atteggiamento contemplativo di Hegel, che non aveva fede nelle elezioni e nella maggioranza, in azione politica volta a trasformare la realtà razionalizzandola.

 


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