SUSONE
A cura di Enrico Gori
Conosciuto anche come Amandus, pseudonimo adottato nei suoi scritti, mistico tedesco, nato a Costanza intorno al 1295. Morì a Ulm il 25 gennaio del 1366. Fu santificato nel 1831 da Gregorio XVI, che istituì la sua festa il 2 marzo nell'ordine Domenicano.
Il padre di Susone apparteneva ad una nobile famiglia di Berg; sua madre, una santa da cui Enrico prese il nome, apparteneva ad una famiglia di Sus(o Süs) in Baviera. A 13 anni, Susone entrò nel convento domenicano di Costanza, ove intraprese gli studi preparatori oltre che filosofici e teologici. Dal 1324 al 1327 frequentò un corso supplementare di teologia nella Sede di
Colonia, dove insegnava Johann Eckhart ("Der Meister"), e probabilmente anche Taulero, entrambi celebri mistici.
A Costanza fu nominato precettore, anche se pare che sia stato destituito tra il 1329 ed il 1334, quando cominciò il suo percorso apostolico. Intorno al 1343 fu nominato priore di un convento, probabilmente a Diessenhofen
(Svizzera). Cinque anni dopo, Susone fu inviato da Costanza a Ulrn, dove rimase fino alla morte. La carriera mistica di Susone cominciò a 18 anni, quando, rinunciando ai costumi dissoluti dei precedenti cinque anni, si fece "Servo dell'Eterna Saggezza", che identificava con l'essenza divina e, concretamente, l'Eterna Saggezza fatta uomo. Da allora un amore ardente per l'Eterna Saggezza dominò i suoi pensieri e le sue azioni.
Susone ebbe diverse visioni, si impose severe mortificazioni (che moderò prudentemente in età matura), e sopportò con rara pazienza tormenti fisici, feroci persecuzioni e aspre calunnie. Si distinse fra gli Amici di Dio per le sue opere di restaurazione dell'osservanza nei chiostri. La sua influenza fu particolarmente forte nei conventi femminili, specialmente nel convento domenicano di Katarinental (Schleswig-Holstein), famoso centro del misticismo nel XIII e XIV secolo, ed in quello di Toss, dove viveva la famosa mistica Elsbeth Stagel, che conservò il suo vasto epistolario e ne tradusse una
parte in tedesco, nonché apprese la storia della vita di Susone, che egli stesso ampliò e pubblicò.
Fu visto dai contemporanei come un predicatore, e la sua fama si sparse in Svevia, Svizzera, Alsazia e Paesi Bassi. Il suo apostolato, comunque, non fu solo dalla parte delle masse, ma con tutte le classi sociali, attirate dalla sua personalità accattivante, tanto da diventarne, spiritualmente, un punto di riferimento.
Erroneamente si pensa che Susone abbia formato ll'interno degli Amici di Dio una Confraternita dell'Eterna Saggezza. La cosiddetta "Regola dell'Eterna Saggezza" non è altro che una libera traduzione del suo Horologium Sapientiae, e non comparve fino al XV secolo.
Il primo scritto di Susone fu il Libello della Verità, composto negli anni di seminario a Colonia. La sua dottrina fu giudicata negativamente in certi ambienti, molto probabilmente a causa dello stretto rapporto di Susone con Eckhart, chiamato ad approvare o respingere alcune frasi. Ma il testo è stato poi riconosciuto ortodosso. In questo, come in altri scritti, Susone
tradisce sì l'influenza del "Meister", ma nello stesso tempo ne evita accuratamente gli errori. Lo scopo del libro fu di argomentare contro gli insegnamenti panteistici dei Beghini e quelli libertini dei Fratelli dello Spirito Libero. Padre Denifle considera l'opera il più difficile tra i "libelli" scritti da mistici tedeschi. Laddove nel Libello della Verità, Susone scrive in toni contemplativi e si rivolge all'intelletto, nel successivo, il Libello dell'Eterna Saggezza, pubblicato all'inizio del 1328, Susone è schiettamente pragmatico e parla di tutto cuore a "uomini semplici con qualche imperfezione da eliminare". Bihlmeyer accetta il giudizio di Denifle, che lo considera "il frutto più
bello della mistica tedesca" e lo pone accanto alle Omelie di S. Bernardo e L'imitazione di Cristo di Thomas Kempis. Nel 1334 Susone tradusse l'opera in latino: così facendo aggiunse nuovi contenuti all'opera, modificandola così profondamente che perfino il titolo cambiò in Horologium Sapientiae. Il testo rinnovato acquisì una nuova completezza spirituale, linguistica, allegorica e ritmica che lo elesse a testo chiave nei chiostri alla fine del Medioevo, non solo in Germania ma anche nei Paesi Bassi, Francia, Italia e Inghilterra.
Allo stesso periodo appartiene il Libello amoroso, la cui
autenticità è discussa. Dopo essersi ritirato a Ulm, Susone scrisse sulla sua vita interiore (Vita o Leben Seuses), revisionò i due "libelli", che insieme con il Libello Epistolare, composto di undici lettere, e un prologo, formano l'Exemplar Seuses. Oltre gli scritti menzionati, ci sono pervenuti cinque sermoni di Susone e
25 sue lettere accorpate nel Grande epistolario che si trovano nell'edizione del Bihlmeyer. Wackernagel ed altri definiscono Susone "un Minnesänger [trovatore tedesco]
spirituale in prosa". L'amore ricambiato tra Dio e l'uomo, il suo tema principale, dà calore e
colore al suo stile. Susone usava il dialetto Alamanno con destrezza ed elasticità, contribuendo alla nascita della prosa tedesca moderna, in particolar modo nell'impiego di nuove sfumature semantiche e di significato negli argomenti spirituali. Il suo bagaglio culturale era quello di uno Scolastico del suo tempo, eppure la sua dottrina è assolutamente originale.