GIANNI VATTIMO

A cura di Diego Fusaro


"L'esperienza postmoderna della verità è un'esperienza estetica. " (La fine della modernità, 1985)

VITA E OPERE

Studioso di Nietzsche e di Heidegger, allievo di Pareyson e successivamente di Gadamer, Gianni Vattimo è nato a Torino nel 1936 dove ha studiato e si è laureato in filosofia. Ha conseguito la specializzazione all'Università di Heidelberg. Dal 1964 insegna filosofia teoretica all'Università di Torino, dove è stato anche Preside della Facoltà di Lettere. Ha insegnato come visiting professor in varie università degli Stati Uniti. E' direttore della Rivista di estetica ed è membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere. E' socio dell'Accademia delle Scienze di Torino. Ha insegnato per alcuni semestri in alcune università americane (Yale, California, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze nelle grandi università di tutto il mondo. Negli anni Cinquanta è stato dirigente degli studenti cattolici e ha partecipato attivamente al dibattito sull' "apertura a sinistra" che lo ha portato ad abbandonare l'Azione Cattolica per fondare un gruppo intitolato a Emmanuel Mounier. Negli stessi anni ha lavorato, anche come presentatore, ai programmi culturali della Rai. Le sue idee sulla religione e sulla politica hanno prodotto una filosofia attenta ai problemi della società. Il suo è un "pensiero debole" che concepisce la storia dell'emancipazione umana come una progressiva riduzione della violenza e dei dogmatismi e che favorisce il superamento di quelle stratificazioni sociali che da questi derivano. Con la volontà di battersi contro questi aspetti della realtà si è impegnato in politica, dapprima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino e nella vittoriosa campagna elettorale dell'Ulivo, del quale è un convinto sostenitore, riconoscendo oggi nei Democratici di sinistra il luogo in cui condurre le sue battaglie. Attualmente, inoltre, partecipa in qualità di Invitato permanente al direttivo nazionale del Coordinamento Omosessuale DS (CODS). Le posizioni di Vattimo sono molto diffuse, con sfumature e differenze, nella cultura filosofica italiana (e mondiale) ma hanno suscitato le reazioni polemiche di alcuni dei più noti esponenti del filone laico e neoilluministico: in particolare di Viano, suo collega a Torino, e di Paolo Rossi, il noto storico della filosofia di Firenze. Particolarmente discussa è stata la sua "apologia" del maestro Heidegger accusato di Nazismo: " il problema non è quello di stabilire fino a che punto Heidegger sia stato nazista, ma di dimostrare, cosa che invece finora nessuno ha potuto fare in modo convincente, la sua scelta politica come conseguenza del suo pensiero. Penso cioe' che proprio essendo filosoficamente heideggeriano non si puo' essere nazisti ". Le principali opere di Vattimo sono: Il concetto di fare in Aristotele 1961; Essere, storia e linguaggio in Heidegger 1963; Ipotesi su Nietzsche 1967; Poesia e ontologia 1968; Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione 1968; Introduzione ad Heidegger 1971; Il soggetto e la maschera 1974; Le avventure della differenza 1980; Al di là del soggetto 1981; Il pensiero debole 1983 (a cura di G. Vattimo e P. A. Rovatti); La fine della modernità 1985; Introduzione a Nietzsche 1985; La società trasparente 1989; Etica dell' interpretazione 1989; Filosofia al presente 1990; Oltre l'interpretazione 1994; Credere di credere l996. Pubblica presso Laterza un annuario filosofico a carattere monografico (Filosofia '86 e sgg).

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