«A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova
piacere nell’essere confutato, se dice cosa non
vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e
che, senza dubbio, accetta d’esser confutato con
un piacere non minore di quello che prova confutando.
Infatti, io ritengo che l’esser confutati sia un
bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati
dal male più grande piuttosto che liberarne altri.
Niente, difatti, è per l’uomo un male tanto
grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui
ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di
essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti,
se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo
il discorso». (Platone, Gorgia, 458 a3-b3) |