Prima sintesi: Foucault 1954-1961
Lungo i sentieri del sogno e della follia: un cammino che
incontra e supera la fenomenologia 1. Il sogno e l’esistenza 2. La malattia mentale 3. La lezione di Canguilhem 4. La follia Seconda sintesi: Foucault 1961-1968
Lo sguardo che scruta oltre l'immediatamente visibile. Il
corpo nella storia della medicina 1. Saperi e discorsi 2. Dal segno alla funzione 3. Dalla funzione al tessuto 4. L’Uomo, una creazione recente Terza sintesi: Foucault 1969-1979
Il potere: il corpo immerso nella
disciplina 1. Nietzsche e la genealogia 2. La disciplina della punizione 3. Il sapere e la norma 4. Devianza e resistenza 5. Sesso e sessualità Quarta sintesi: Foucault 1980-1984
La "svolta filosofica" dell'ultimo periodo: la scoperta
dell’ethos 1. La genealogia del soggetto morale 2. Sulla "morte dell’uomo" 3. La filosofia e l’Aufklärung
In questa sintesi
si analizzano i primissimi lavori di Foucault, addirittura precedenti la “Storia
dalla follia” , risalenti agli anni 1954-1961 circa. Particolare attenzione
viene data alle influenze filosofiche e culturali che a quel tempo hanno
condizionato maggiormente Foucault: la fenomenologia, soprattutto quella di
Merleau-Ponty, la psicologia e la psicanalisi esistenziali, sviluppate, tra gli
altri, da Binswanger, fino all’incontro, non ancora pienamente maturo a
quest’epoca, con l’epistemologia di Canguilhem. I temi conduttori sono il
soggetto, letto in una chiave esistenzialista, la malattia psicologica, una
prima critica al razionalismo.
Viene sviluppata l’analisi del
sogno come dimensione a-logica dell’esistenza umana e, proprio per questo,
privilegiata, in grado perciò di rivelare quei contenuti simbolici ed
esistenziali più importanti per la comprensione da parte dell’uomo della propria
natura più autentica. Notiamo qui una prima lettura critica della psicanalisi
freudiana.
L’analisi qui si sposta sul tema
della malattia mentale, vista non tanto come devianza patologica, ma piuttosto
come una particolare modalità di esistenza, carica comunque di potenzialità, di
originalità e creatività. Si tratta di un approccio ancora una volta
esistenzialistico alla malattia, in polemica con il tradizionale approccio
scientifico-medico.
Vengono messi in evidenza
alcuni degli strumenti di analisi che Foucault ha elaborato a partire
dall’epistemologia ‘storica’ di Canguilhem, in particolare relativi ai concetti
correlati di ‘normale’ e di ‘patologico’, in seno al pensiero scientifico.
Viene brevemente presa in considerazione
una delle opere più note di Foucault, “Storia della follia”, e si cerca di
tracciare le coordinate teoriche che la caratterizzano, in quanto opera di
passaggio, rispetto ai lavori precedenti e a quelli immediatamente successivi.
Questa seconda
sintesi prende in considerazione le opere foucaultiane degli anni Sessanta, in
cui l’influenza dello strutturalismo gioca un ruolo piuttosto rilevante, senza
però mai diventare adesione totale. L’attenzione è stata concentrata
sull’analisi del percorso che la medicina ha seguito nel processo di conoscenza
del corpo umano, della malattia, della salute e della morte; sul concetto di
episteme delle varie epoche storiche.
Viene trattata l’analisi dei saperi
e dei discorsi che, nella prospettiva foucaultiana, hanno la caratteristica di
modificare e addirittura creare gli ‘oggetti’ che studiano, sprofondati come
sono, al pari delle altre pratiche umane, nelle coordinate concettuali di una
determinata epoca storica.
Il percorso di analisi
foucaultiano parte dal periodo compreso tra ‘600 e ‘700 circa e analizza
l’episteme che organizza l’intera struttura conoscitiva di questa epoca.
L'’epoca successiva è
quella che prosegue fino all’Ottocento e fa riferimento alla nascita
dell’anatomia patologica e alle forme e ai significati che il corpo assume in
questa prospettiva.
Un accenno al concetto
di Uomo e Umanesimo, ne “Le parole e le cose”.
In questa sintesi viene ripercorso il
cammino di Foucault dalla fine degli anni Sessanta e la fine dei Settanta,
quello al cui centro sta la complessa riflessione sul potere - e di qui sulla
costituzione del soggetto moderno e della corporeità: come il meccanismo delle
relazioni di potere forma e utilizza il corpo; come il soggetto viene
continuamente attraversato e costruito dalla rete del potere.
Si tratta di un paragrafo
introduttivo che mette in luce l’importante influenza esercitata su Foucault
dalla lettura di Nietzsche, in particolare per quanto riguarda la concezione
della genealogia come fondamentale strumento metodologico, del corpo, del
soggetto.
Dal supplizio alla
prigione: la riflessione di Foucault sulle ‘istituzioni totali’ ha qui inizio
con la genealogia dell’istituzione punitiva, il cui modello disciplinare si
riproduce nelle altre principali istituzioni quali l’esercito, la scuola,
l’ospedale, la fabbrica.
Lo stretto rapporto che lega il
sapere - la conoscenza - e il potere è uno dei punti caldi in cui si incentra la
riflessione di Foucault. Viene qui ripreso ancora una volta Canguilhem,
relativamente a quel dualismo tra normale e a-normale che regola le pratiche e i
sistemi di pensiero delle società occidentali.
Il concetto di ‘resistenza’ -
resistenza all’ordine che il potere costituisce - si pone come principale
correlato del potere, correlato ad esso opposto ma allo stesso tempo
paradossalmente complementare.
La sessualità viene rappresentata
non come elemento naturale del patrimonio esistenziale dell’essere umano, ma
come dispositivo storico delle società disciplinari, in aperta polemica con le
correnti psicanalitiche di stampo marxista (Reich, Lacan, ecc).
L’ultima sintesi si propone di
interpretare la fase finale del percorso foucaultiano - improvvisamente
interrotto dalla morte - come una fondamentale svolta filosofica, contrariamente
alle più frequenti interpretazioni della critica, che leggono questa fase in
chiave sostanzialmente continuista. Foucault scopre qui una dimensione etica che
non troviamo mai nei suoi precedenti lavori; inoltre vi è una reinterpretazione
del soggetto, non più soltanto sottomesso e plasmato dal potere, ma attivamente
consapevole e capace di auto-costruirsi. Vengono utilizzate, per questa parte,
non tanto le opere sistematiche, quanto piuttosto un buon numero di interviste e
conferenze risalenti a quegli stessi anni.
Il soggetto rimane
anche in questa fase un qualcosa che si costruisce e non un substrato naturale
impostato una volta per tutte; tuttavia esso assume ora caratteristiche
positive: la capacità di autocostruirsi attraverso un complesso lavoro di
perfezionamento di stessi, una paidéia fisica e spirituale, inaugurata da
Socrate e chiamata cura di sé.
Ancora richiamandosi a
Nietzsche, Foucault ipotizza la fine di quelle forme di soggettività -
sottoposte all’incessante opera del potere - che hanno caratterizzato la nostra
epoca a partire dal ‘700. E’ ora - dice Foucault - di esplorate nuove forme di
soggettività. Emerge una prospettiva di libertà e di creatività del tutto nuova.
Foucault, in questi anni,
rilegge Kant e l’Illuminismo secondo una nuova ottica, che inaugura la direzione
e il compito che la filosofia riveste nell’epoca contemporanea: è la riflessione
critica su se stessi e sul proprio presente storico.