L'INDUZIONE
Secondo un punto di vista largamente accettato [...]le scienze empiriche
possono essere caratterizzate dal fatto di usare i cosiddetti "metodi
induttivi".[…]Già dall’opera di Hume si sarebbe dovuto vedere chiaramente che in
relazione al principio d’induzione possono facilmente sorgere contraddizioni; e
si sarebbe anche dovuto vedere che esse possono venire evitate, ammesso che lo
possano, soltanto con difficoltà. Infatti il principio d’induzione dev’essere a
sua volta un’asserzione universale.[...]Per giustificarlo, dovremmo impiegare
inferenze induttive; e per giustificare queste ultime dovremmo assumere un
principio induttivo di ordine superiore, e così via. In tal modo il tentativo di
basare il principio d’induzione sull’esperienza fallisce, perché conduce
necessariamente a un regresso infinito. LA FALSICABILITA'
(K. Popper, Logica della
scoperta scientifica)
Se vogliamo evitare l’errore positivistico, consistente nell’eliminare per
mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze
della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel
dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere
verificate. Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un
sistema che possa essere controllato dall’esperienza. Queste considerazioni
suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la
verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un
sistema scientifico non esigerò che sia capace di esser scelto, in senso
positivo, una volta per tutte, ma esigerò che la sua forma logica sia tale che
possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso
negativo: un sistema empirico deve poter essere confutato dall’esperienza.
LO STORICISMO
(K. Popper, Logica della scoperta scientifica)
1. Il corso della storia umana è fortemente influenzato dal sorgere della conoscenza umana.
2. Noi non possiamo predire, mediante metodi razionali o scientifici, lo sviluppo futuro della conoscenza scientifica. […]
3. Perciò, non possiamo predire il corso futuro della storia umana.
4. Ciò significa che dobbiamo escludere la possibilità di una storia teorica; cioè, di una scienza sociale storica che corrisponda alla fisica teorica. Non vi può essere alcuna teoria scientifica dello sviluppo storico che possa servire di base per la previsione storica.
5. Lo scopo fondamentale dello storicismo è quindi infondato. E lo storicismo crolla. […]
Ma può esserci una legge dell’evoluzione? […]
Io credo che la risposta a questa domanda debba essere "no"… I miei argomenti
sono semplicissimi. L’evoluzione della vita sulla terra o della società umana, è
un processo storico unico. VERITA' E CONTROLLABILITA' DI UNA TEORIA
(K. Popper, Miseria dello storicismo)
La storia della scienza, come quella di tutte le idee umane, è storia di
sogni irresponsabili, di ostinazioni e di errori. Ma la scienza è una delle
pochissime attività umane — se non l’unica — in cui gli errori vengono
sistematicamente sottoposti a critica e, sovente, corretti con l’andare del
tempo. Per questo possiamo dire che, nella scienza, spesso impariamo dagli
errori, e possiamo quindi, in questo ambito, parlare chiaramente e razionalmente
di progresso. […] se l’accrescersi della conoscenza significa che operiamo con
teorie di contenuto crescente, ciò deve anche significare che operiamo con
teorie di decrescente probabilità (nel senso del calcolo delle probabilità). Se
dunque il nostro scopo è l’avanzamento, o l’accrescersi, della scienza, un’alta
probabilità (nel senso del calcolo delle probabilità) non può essere parimenti
il nostro proposito: questi due propositi sono incompatibili. […] Uno scontro
frontale si potrebbe forse evitare se non si fosse così generalmente inclini a
supporre che uno degli scopi della scienza dev’essere un alto grado di
probabilità… LA TEORIA DELLA DEMOCRAZIA
(K. Popper, Verità, razionalità e accrescersi della
conoscenza scientifica)
È mia convinzione che, esprimendo il problema della politica nella forma:
"Chi deve governare?" o "La volontà di chi dev’essere decisiva?", ecc., Platone
ha prodotto una durevole confusione nel campo della filosofia politica. […] È
evidente che, una volta formulata la domanda: "Chi deve governare?", non si
possono evitare risposte di questo genere: "i migliori" o "i più sapienti" o "il
governante nato"… Ma una risposta siffatta, per quanto convincente possa
sembrare — infatti, chi potrebbe propugnare il governo del "peggiore" o del "più
grande stolto" o dello "schiavo nato"? — è, come cercherò di dimostrare,
assolutamente sterile.[…] Ma ciò ci porta a un nuovo approccio al problema della
politica, perché ci costringe a sostituire alla vecchia domanda Chi deve
governare la nuova domanda Come possiamo organizzare le istituzioni politiche in
modo da impedire che i governanti cattivi o incompetenti facciano troppo danno?
TEORIA ED ESPERIENZA
(K. Popper, La società aperta e i suoi nemici)
Dunque la base empirica delle scienze oggettive non ha in sé nulla di
"assoluto". La scienza non posa su un solido strato di roccia. L’ardita
struttura delle sue teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. È come un
edificio costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall’alto, giù
nella palude: ma non in una base naturale o "data"; e il fatto che desistiamo
dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che
abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo
soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza
stabili da sorreggere la struttura.
(K. Popper, Logica della
scoperta scientifica)