Il dubbio di Pirrone. Ipotesi sullo scetticismo.
Giovanni Reale
NOTE DI COPERTINA:
Espressione paradigmatica della improvvisa transizione al nuovo mondo segnata dalla spedizione in Oriente di Alessandro Magno, la riflessione di Pirrone – ritenuto, a torto o a ragione, l’iniziatore dello scetticismo – si configura a tutti gli effetti come un “pensiero di rottura”.
Pirrone si situa infatti nel preciso momento in cui la coscienza greca, proiettata in Oriente e ormai impotente di fronte al tramonto della polis, perde alcune verità e non riesce ancora a trovarne altre. Il suo pensiero testimonia dunque il declino ellenistico dei valori e delle certezze tradizionali, corrose da un dubbio radicale. Ma fin dove si è spinto, in Pirrone, il dubbio? Ha forse travolto – come spesso si è detto – ogni certezza? O, piuttosto, ha lasciato “in piedi” alcune verità limitandosi a metterne tra parentesi altre? Si tratta, allora, di distinguere Pirrone dallo scetticismo che a lui si è richiamato, per misurare quali furono effettivamente la profondità e la radicalità della sua scepsi. Quel che è certo è che Pirrone si sarebbe stupito di essere indicato come “fondatore” dello scetticismo. Egli non volle fondare ciò che da lui è nato. Ma il “fondatore” dello scetticismo quale si è sviluppato in Grecia, ossia di una scuola che non è una scuola, di una setta che non è una setta, di una filosofia che non vuole essere una filosofia, poteva essere solo uno che non sapeva e non voleva esserlo, e che, comunque, non era uno scettico nel senso che successivamente ebbe questo termine. È questo il paradosso dell’erma bifronte di Pirrone.
Giovanni Reale (1931), uno dei massimi studiosi del pensiero antico, insegna “Storia della filosofia antica” presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. La sua sterminata produzione scientifica spazia lungo tutto l’arco del pensiero greco e latino: gli autori a cui ha dedicato specifiche monografie, tradotte o in corso di traduzione in tutto il mondo, sono Parmenide, Melisso, Socrate, Platone, Aristotele, Teofrasto, Seneca, Proclo e Plotino. La sua Storia della filosofia greca e romana (nuova edizione in 10 volumi, Bompiani, 2004) è ormai un punto di riferimento irrinunciabile per chiunque voglia comprendere le radici filosofiche dell’Europa.È direttore delle collane filosofiche Bompiani “Il Pensiero Occidentale” e “Testi a fronte”. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: Autotestimonianze e rimandi dei dialoghi di Platone alle dottrine non scritte (Bompiani, 2008), Il concetto di “filosofia prima” e l’unità della“Metafisica” di Aristotele (Bompiani, 2008), Valori dimenticati dell’Occidente (Bompiani, 2004).
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