IL FILEBO
Le ultime riflessioni di Platone sulla vita etica (quella del singolo individuo) e sulla vita politica (quella dell'intera comunità) le troviamo nel "Filebo" e nel "Politico" : ci troviamo di fronte ad un Platone più scettico e che mette in discussione le sue stesse teorie.Si pensa che questi due dialoghi risalgano all'esperienza siracusana con il tiranno,ma c'è anche chi è del parere che questa "sfiducia" nelle sue dottrine sia dovuta solo all'età ormai avanzata:Platone , ormai vecchio , non è più entusiasta come quand'era giovane delle sue dottrine che erano nate per risolvere problemi , ma che in realtà ne avevano solo creati di nuovi.Probabilmente sono entrambe questi due fattori (l'esperienza con il tiranno e l'età avanzata) che fanno sì che Platone sia così scettico.Il "Filebo" non è un dialogo propriamente politico : viene posto l'interessante quesito : che cos'è la vita buona ? Dunque Platone riprende un tema tipicamente socratico ; si discute ancora una volta (come già nel "Gorgia" o nel "Fedone" ) se bene e piacere siano identificabili : a differenza degli altri dialoghi in cui aveva affrontato questo problema , nel "Filebo" Platone assume posizioni più moderate : anche qui nega l'identificazione , ma arriva tuttavia ad individuare diversi tipi di piacere , non necessariamente negativi : non tutti i piaceri sono per forza accompagnati dal dolore . Ci sono anche piaceri intellettuali (ad esempio la musica o quelle conoscenze che danno un senso di piacere)che non sono così strettamente legati al dolore: sono piaceri a dimensione positiva.In poche parole quando ci sono sono un piacere , quando non ci sono sono un dolore.Secondo Platone bisogna privilegiare e coltivare solo certi piaceri.Una vita buona non può essere priva di piaceri (così avevamo anche detto a riguardo dell'anima : le passioni sono fondamentali).Platone delinea così la "vita mista" , basandosi sull'idea che la bontà consista in un equilibrio dato dalla mescolanza di elementi diversi che si mescolano secondo misura : da notare che misura , 1 , numero etc. sono sinonimi per definire il bene in sè. La vita buona , per Platone , è mescolanza di intelligenza e piacere : questa mescolanza non è casuale , ma ponderata : bisogna vedere attentamente in che misura mescolare intelligenza e piacere.Per Platone l'intelligenza è superiore al piacere e tenderà sempre a prevalere per il semplice fatto che se si deve stabilire in che misura mescolare piacere ed intelligenza , è l'intelligenza stessa che ci indica la misura in cui mescolare.Quindi ,di per sè,l'intelligenza è maggiormente presente nella vita buona.Se si presta attenzione alla filosofia platonica , ci si accorge che ritorna spesso l'idea che la spiegazione ultima di tutto è riconducibile ad un sistema binomio,ad un duplice principio.Prendiamo , ad esempio, la "Repubblica" e più precisamente la tripartizione della società : le classi in realtà sono due perchè i difensori sono i futuri governanti . E' la classe dei governanti che dà l'equilibrio alla sua classe e a quella dei produttori.Spostiamoci ora al "Fedro" e al mito della biga alata , metafora dell'anima : c'è un principio razionale (l'auriga : il fatto che sia uno solo sta a significare che la piena razionalità è nell'unicità) e due irrazionali (il cavallo bianco , che simboleggia la parte arazionale , e quello nero , che è emblema dell'irrazionalità : l'irrazionalità è data da due elementi , che simboleggiano la molteplicità):la ragione è ordinata e unica , l'irrazionalità è molteplice : il fatto che sia data da due cavalli implica la possibilità di andare in due direzioni diverse.Passiamo poi agli "agrafa dogma" (le dottrine non scritte) e al principio bipolare uno-diade : un polo (quello dominante) è l'unitarietà , l'altro è la molteplicità.Nel caso della biga alata , emerge il fatto che con la misura si controlla ciò che è illimitato : pensiamo ad un termometro ; le temperature sono pressochè infinite (in realtà non lo sono , ma facciamo conto che lo siano) e il termometro rende quindi definito ciò che è indefinito. Tornando a concentrarci sul Filebo , in che cosa consisterà allora questa felicità per l'uomo? La vita migliore per l'uomo consiste, secondo Platone, in una miscela proporzionata di intelligenza e di piacere. Insomma, tutto ciò che ha proporzione e bellezza: ecco qual è la vita buona per l'uomo. E con l'educazione l'uomo imparerà a distinguere quali sono i veri piaceri e quali sono le cose che danno la vera felicità. Platone introduce poi , sempre nel Filebo , il concetto di "anima del mondo" : il mondo delle idee abbiamo detto che è movimentato , intelligente, vitale: il mondo sensibile , nella misura in cui il Demiurgo lo plasma , non può che essere simile a quello intellegibile : ha un' anima sua .L'Universo è un grande essere vivente permeato interamente da un' anima.Tutto quindi è vitale , sebbene in diverse misure.L'osso è vivo perchè fa parte di un essere vivente , ma anche la pietra è viva perchè fa parte di questo grande essere vivente (l'Universo).Platone insiste poi particolarmente sul finalismo ( il cavallo è nato per essere veloce , il cane per fare la guardia...) e sulla stretta parentela tra uomo e animali (gli animali sono il frutto di incarnazioni infelici delle anime nell'aldilà : ricordiamoci del mito di Er ;di tutte le incarnazioni , Platone sostiene che la peggiore , dopo quella di donna e di animale , sia quella dei pesci). Platone quando osservava gli astri in cielo affermava che erano vivi proprio perchè fanno parte di quest'enorme anima universale , e diceva anche che erano intelligenti , perchè compiono movimenti troppo perfetti per avvenire a caso .