Innanzitutto va detto che Galileo Galilei propriamente non é un filosofo , ma uno scienziato ; tuttavia quando egli si pone problemi metodologici egli si spoglia delle vesti di scienziato per assumere quelle di filosofo ; e soprattutto dei problemi metodologici ci si deve occupare in ambito filosofico . Va poi detto che se é vero che la sua riflessione metodologica é filosofica , é altrettanto vero che alcune scoperte scientifiche sono importanti e arrivano ad interessare la filosofia stessa . Ad esempio , nel " Sidereus Nuncius " Galilei ci descrive le sue osservazioni tramite il cannocchiale , o , meglio , il telescopio . Telescopio e cannocchiale concettualmente sono la stessa cosa : sono entrambi dati dalla combinazione di lenti concave e lenti convesse in modo tale da ingrandire gli oggetti lontani ; le lenti convesse ingrandiscono , ma solo da vicino ; é solo tramite l' apporto di quelle concave che si può ingrandire ciò che é lontano . La differenza tra cannocchiale e telescopio consiste nel fatto che con il primo si osservano esclusivamente realtà presenti sulla Terra ( anche se magari molto distanti ) , con il secondo invece si possono arrivare ad osservare realtà che non sono sulla Terra : astri , pianeti , stelle ... La differenza non é solo quantitativa ( con il cannocchiale posso vedere meno cose , con il telescopio di più ) , ma anche qualitativa : ciò che vedo col cannocchiale , per quanto distante possa essere , lo potrò sempre verificare empiricamente : se osservo una casa in lontananza posso avvicinarmici e verificare se davvero ciò che vedevo col cannocchiale era vero . Col telescopio non ci può essere ( siamo nel 1600 ) verifica empirica : ciò che vedo sulla Luna , per esempio , devo prenderlo per buono , senza poterlo verificare di persona . A noi pare una cosa ovvia che ciò che vediamo in un telescopio o in un cannocchiale é effettivamente così , ma ai tempi di Galileo no . In altre parole , Galileo non ha inventato il cannocchiale , ma il telescopio perchè per primo ha creduto a ciò che vedeva al di fuori della Terra ; il cannocchiale diventa cioè telescopio nel momento in cui con esso osservo realtà che non posso verificare empiricamente . Ha cioè perfezionato uno strumento elaborato in modo un pò grossolano da artigiani olandesi ( molto abili nel produrre lenti ottiche ) ; negli stessi anni Keplero , con cui Galilei era in contatto , aveva elaborato una teoria ottica per capire quale precisa combinazione di lenti usare per un ingrandimento preciso . Gli artigiani olandesi e Keplero facevano contemporaneamente e separatamente due " pezzi " che Galileo ha il merito di aver unificato . La grande intuizione di Galileo fu infatti quella di mettere insieme questi due " pezzi " ( dopo aver convocato alcuni artigiani in grado di farlo ) , ossia di creare un rapporto ( biunivoco ) tra scienza e tecnica , cosa peraltro tipica della rivoluzione scientifica : é un rapporto biunivoco nel senso che un maggiore sviluppo tecnologico permette alla scienza di conseguire risultati più apprezzabili , ma un maggiore sviluppo scientifico consente la creazione di strumenti sempre più precisi . Operazione simile a quella del cannocchiale Galileo la compì nel dimostrare la legge di caduta dei gravi , della quale ci occuperemo in seguito . Emerge poi nella elaborazione del telescopio un aspetto che avrà modo di emergere più volte in Galilei , ossia quelle che lui chiama " le sensate esperienze e le certe dimostrazioni " , dove sensate sta per " sensibili " e certe sta per " dimostrazioni rigorose " , di tipo matematico . Queste due espressioni vanno intese come la prima formulazione del metodo della scienza moderna , il quale si avvale non solo di calcoli matematici , non solo di osservazioni fisiche , ma di tutte e due le cose insieme .