Tycho Brahe ( 1546 - 1601 ) nasce in Danimarca ed é autore di un " De mundi aetherei recentioribus phaenomenis " ( 1588 ) nel quale propone una soluzione intermedia tra il sistema tolemaico e quello copernicano . Esaminiamo nel dettaglio i contributi che ha dato non solo all' astronomia ma anche all' aspetto fisico dell' universo . Se Brahe viene solitamente un pò trascurato , lo dobbiamo a Galileo ( il quale conosceva benissimo il sistema di cui Brahe si faceva portavoce ) che nel " Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo Tolemaico e Copernicano " critica a Brahe quella che lui ritiene una sintesi mal riuscita dei sistemi precedenti ; in effetti che Brahe si sia essenzialmente limitato ad effettuare una sintesi degli altri sistemi é vero ; tuttavia dobbiamo precisare che egli , a differenza dello stesso Copernico , fu un grandissimo osservatore del cielo . Non solo , probabilmente egli fu il più grande osservatore del cielo ad occhio nudo mai esistito ; pochi anni dopo sarà infatti introdotto il telescopio . Brahe , tuttavia , non si limita a fare una sintesi degli altri sistemi senza apportare novità : egli dà nuove interpretazioni ed effettua osservazioni innovative . Interessantissima é senz' altro l' osservazione che fece di una cometa apparsa nel 1577 : tradizionalmente le comete costituivano problematiche agli astronomi perchè mettevano a rischio l' immutabilità del sistema propugnata da Aristotele , il quale aveva sostenuto che l' elemento costitutivo del mondo celeste , l' etere , rendesse immutabile il sistema ; é noto che le comete siano fattori " variabili " : ora ci sono , ora non ci sono . In realtà gli astrologi avevano risolto il problema aggirandolo e sostenendo che le comete non fossero fenomeni astrologici , bensì metereologici : non avvengono nel mondo celeste , ma in quello sublunare ( quello al di sotto della luna , cioè il nostro ) ; così era risolto il problema : le comete sono fenomeni variabili , ma che avvengono nel nostro mondo e quindi non mettono a rischio il sistema del mondo celeste . Di sfuggita possiamo ricordare che solo Seneca negò che fossero fenomeni metereologici , sostenendo la loro appartenenza al mondo celeste . Galileo , invece , era convinto che fossero fenomeni metereologici , della nostra atmosfera . Brahe , dal canto suo , grazie ad accurate osservazioni , arriva a dire che le comete sono fenomeni astronomici ; il che comporta inevitabilmente che nel cielo possano esservi delle " novità " ( infatti le comete , come detto , sono fenomeni che ora ci sono , ora non ci sono ) . Ma questa non é la sola conseguenza : se le comete sono fattori astronomici , allora é necessario che nel loro tragitto " taglino " le orbite ( o sfere ) dei pianeti . L' osservazione empirica di Brahe testimonia quindi che le orbite non sono solide e materiali come sostenevano Aristotele e Copernico . Ma se le orbite non sono materiali , che cosa sono ? Brahe le definisce come " traiettorie ideali e immateriali " , sulla scia di quanto diceva Tolomeo . Un' altra importante novità apportata da Brahe é la seguente : egli osservava nel cielo alcune " stelle nuove " , ossia stelle che prima non si vedevano ( o si vedevano con difficoltà ) e che nell' arco di un giorno diventavano luminosissime per poi sparire in fretta : si tratta di esplosioni , in seguito alle quali le stelle muoiono . Questo dimostra che nel cielo , così come nel nostro mondo , possono apparire e scomparire delle cose : l' inevitabile conseguenza alla quale arriva Brahe é che non vi é differenza qualitativa tra mondo sublunare e mondo celeste : il nostro mondo , costituito dai quattro elementi aristotelici ( terra , acqua , aria e fuoco ) é assolutamente uguale in termini qualitativi a quello celeste , composto di etere . E' interessante notare che negli stessi anni anche Giordano Bruno era arrivato a dimostrare l' uguaglianza qualitativa tra il nostro mondo e quello celeste ; Brahe vi arriva grazie a constatazioni empiriche , Giordano Bruno sulla base di ragionamenti metafisici che lo portavano alla negazione di ogni forma di dualismo ( e quindi anche alla negazione del dualismo mondo sublunare - mondo celeste ) . Ritornando al discorso della cometa : Brahe arriva a dire , grazie ad accurate osservazioni , che essa non taglia solo le orbite , ma il suo non é un movimento circolare , bensì ovale : é importante quest' affermazione di Brahe perchè in fondo il sistema in vigore ai giorni nostri ci dice che il mondo é eliocentrico ( come diceva Copernico ) ma le orbite sono ellitticche ( come dirà Keplero ) , il che significa che Brahe aveva avuto valide intuizioni . La vera novità introdotta da Brahe é che per lui non tutti i moti del cielo sono circolari : certo , egli continua a riconoscere il moto circolare dei pianeti , ma non riconosce quello delle comete , che lui chiama " ovale " , ossia a cerchio deformato ( e non ellitticco , come dirà Keplero ) . Nell' elaborare il suo sistema , che é passato alla storia con il nome di " sistema ticonico " , Brahe é vincolato da una duplice esigenza : egli riconosce la validità del sistema copernicano ( sa infatti che funziona meglio rispetto a quello geocentrico ) che per la sua semplicità aveva riscosso grande successo all' epoca e vorrebbe mantenere questo sistema , tuttavia vuole evitare di imbattersi nelle critiche che venivano generalmente mosse al sistema copernicano : in primo luogo era incompatibile con la Bibbia ( la quale afferma che il Sole é in moto ) , in secondo luogo andava contro il senso comune dire che la Terra , che noi vediamo irrimediabilmente ferma , ruota intorno al Sole ( solo con Galileo il paradosso sarà risolto ) : ancora oggi siamo abituati a dire che il Sole tramonta o sorge , ma in realtà é fermo e siamo noi che ci spostiamo . Infine Brahe non voleva andare contro la tradizione aristotelica , che voleva la Terra ferma al centro dell' universo finito . Quindi Brahe , pur riconoscendo la validità del sistema copernicano , non se la sente di andare contro questi tre principi e dà vita ad un sistema ibrido , dove possiamo ravvisare l' incontro tra copernicanesimo e aristotelismo : voleva prendere il meglio , ma in realtà non fa che creare un sistema che non ha i vantaggi nè dell' uno nè dell' altro : non é nè semplice ( come quello copernicano ) nè tradizionale ( come quello aristotelico ) . Egli vuole mantenere la Terra ( T ) al centro dell' universo ( evitando così le 3 critiche sopra elencate ) . Intorno alla Terra ( T ) fa girare il Sole ( S ) , con un' orbita grande , e la Luna ( L ) , con un' orbita più piccola . Fin qui siamo assolutamente nell' ottica aristotelica .
Dopo di che , però , Brahe fa girare intorno al Sole ( S ) tutti gli altri pianeti . Essi , naturalmente , gli girano intorno secondo orbite di dimensioni diverse ; l' ordine di grandezza delle orbite , comunque , rimaneva lo stesso ammesso da Copernico , escludendo la questione della Terra ( T ) . Alcuni gireranno con orbite più vicine al Sole , altri con orbite più distanti : Mercurio ( M ) e Venere ( V ) girano vicini al Sole ; Marte ( MA ) e Giove ( G ) girano distanti . Mercurio ( M ) girerà sulla sua orbita ( colorata in viola ) ; la Terra ( T ) non gira intorno al Sole ( S ) , ma tuttavia rispetto ad esso si trova nella stessa posizione che ammetteva Copernico : é vero che la Terra non gira intorno al Sole ( come invece era per Copernico ) e solo gli altri pianeti girano intorno ad esso , ma tuttavia le distanze reciproche tra i vari pianeti e il Sole e anche tra Terra stessa e Sole sono le stesse ipotizzate da Copernico ; solo che lui faceva girare tutti i pianeti intorno al Sole , Brahe no . Ci sono Mercurio ( M ) e Venere ( V ) che gli girano intorno da vicino , poi la Terra ( che non gira intorno al Sole ) , e infine pianeti più distanti dal Sole rispetto a quanto lo é la Terra che tuttavia ruotano intorno al Sole ( e non alla Terra ) ; essi sono Giove ( G ) e Marte ( MA ) .
Ricapitolando : la Terra sta ferma al centro e intorno a lei gira la Luna ( L ) e anche il Sole ( S ) ; intorno al Sole girano tutti gli altri pianeti , nello stesso ordine in cui li collocava Copernico , cioè due , Marte ( MA ) e Giove ( G ) , con orbita di raggio maggiore alla distanza Terra - Sole , e altri due , Venere ( V ) e Mercurio ( M ) , di raggio minore alla distanza Terra - Sole . E' sostanzialmente un sistema di epicicli ( anche se grandissimi ) alla Tolomeo : per esempio , per delineare l' orbita di Venere ( V ) dovremo immaginare che Venere ruota intorno al Sole ( S ) il quale é trascinato intorno alla Terra ( T ) . I pianeti Marte ( MA ) e Giove ( G ) nel loro tragitto passeranno anche , per così dire , alle spalle della Terra . Il sistema di Brahe non fa altro che dare , sebbene in modo diverso , lo stesso risultato di quello di Copernico e inoltre non va contro i principi della Bibbia , della tradizione e del senso comune perchè la Terra rimane immobile al centro dell' universo . Per la prima volta nell' ambito di un sistemma fisico ( e non geometrico : se fosse stata solo un' ipotesi geometrica non si sarebbe infatti preso la briga di porre la Terra al centro ) le orbite non sono più materiali , ma diventano " traiettorie ideali " : non solo le orbite delle comete , ma anche quelle dei pianeti . Ammettere che le orbite sono traiettorie geometriche e non enti fisici comporta un problema : se non ci sono le orbite fisiche , cosa tiene su i pianeti ? Aristotele , per esempio , diceva : c' é il primo motore ( Dio ) , le sfere si muovono in modo circolare per imitare l' eternità di Dio e trascinano con sè i pianeti . Copernico , con un' argomentazione più metafisica che fisica , diceva invece che il moto naturale di un oggetto sferico é quello di girare , e quindi é ovvio che le sfere celesti ( enti materiali e sferici ) girino . Se le sfere non ci sono , allora tutto si complica : i pianeti si muovono su orbite geometriche che continuano ad essere ritenute circolari ( fatta eccezione per le comete ) . Questo problema di fatto Brahe non lo affronta , ma lo lascia in eredità al suo discepolo Keplero , il quale arriverà a dire che il Sole ha un' anima e una forza magnetica , ossia attrae a sè gli altri pianeti , impedendo loro di disperdersi nell' universo .
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