Ognuno vuole e ritiene di essere migliore di questo suo mondo. Chi è migliore, esprime solo questo suo mondo meglio degli altri (Hegel)
Con questa sezione del sito, intendo proporvi qualche mio scritto, anche risalente a parecchio tempo fa. Capita spesso di non riconoscere più i propri scritti del passato, quasi come se essi avessero preso a vivere per proprio conto, senza più avere nulla a che fare con chi li ha messi al mondo: i Latini compendiavano quest'idea in maniera piuttosto efficace nel motto fata libelli habent sua. Ci tengo a precisare che gli scritti che trovate qui non sono tutti nè i migliori tra quelli che, in questi anni, ho prodotto: sono solo alcuni che, per motivi contingenti, ho messo sul sito. Buona lettura!
Introduzione alla filosofia (2000)
Filosofia e matematica (2001)
Matrix e la sua filosofia (2002)
Filosofia e magia (2002)
Dissertazione sui numeri (2001)
Marx ed Epicuro a colloquio (2002)
Sull'utopia (2002)
Montaigne scopritore del moderno (2003)
Karl Löwith interprete di Marx e di Weber (2005)
Mondo magico, fine del mondo ed etnocentrismo critico in Ernesto De Martino (2005)
Hegel interprete della modernità (2005)
La filosofia della storia di Herder: una prospettiva greco-centrica? (2006)
Karl Marx e l'epoca della falsa apparenza (2007)
Per una teoria dell'arte in Karl Marx (2008)
L’uomo è nato libero e dappertutto è in catene. Persino chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di costoro. Come si è prodotto questo mutamento? Lo ignoro. Che cosa lo può rendere legittimo? Credo di poter rispondere a questa domanda.
Se considerassi soltanto la forza, e l’effetto che ne deriva, direi: fino a che un popolo è costretto ad obbedire e obbedisce, fa bene; non appena può scuotere il giogo e lo scuote, fa ancor meglio; poiché, riacquistando la propria libertà in base al medesimo diritto in base al quale gli è stata tolta, o è legittimato a riprendersela ovvero non si era legittimati a togliergliela. Ma l’ordine sociale è un diritto sacro, che serve di fondamento a tutti gli altri. Tuttavia questo diritto non viene dalla natura; esso è dunque fondato su convenzioni. (Rousseau, Il contratto sociale, I, 1)
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